“Yoga” è un termine sanscrito che si traduce con “unione”. In una concezione più ampia questo termine indica l’aspetto metafisico della dottrina di unione, fusione, comunione, connessione dello spirito individuale con lo spirito universale, della persona con la divinità, l’identificazione dell’uomo con il principio supremo.
Il termine Yoga si riferisce a tutte le pratiche fisiche, psichiche e mentali messe in uso assiduamente in ogni parte dell’India e che vennero poi regolarmente adottate dal Lama del Tibet, dai mistici della Mongolia e della Cina e nei conventi Zen giapponesi.
Yoga: una filosofia di vita
Nel suo significato più completo, lo Yoga è lo strumento con cui raggiungere stati di coscienza superiori, atti a suscitare forze e poteri soprannaturali attraverso esercizi che portano all’ascetismo e all’estasi. Il fine ultimo è l’identificazione suprema con la divinità, con l’universale.
Questo fine si raggiunge attraverso le tappe successive della purificazione del corpo, del distacco dai sensi, della liberazione dalle passioni, della pacificazione dell’anima.
Per il vero yogi lo scopo non è la preservazione dalle malattie o la conservazione della salute o il prolungamento della vita, ma la liberazione dello spirito dalle influenze materiali che lo contaminano fino ad arrivare alla realizzazione, del puro essere per se stesso. “Tu sei ciò che cerchi” dice lo yoga.
Tutto il creato è Dio, ma l’uomo lo è in forma superiore a quella delle piante, degli animali, della materia. L’uomo è un essere meraviglioso, che ha la possibilità di conoscenza , possibilità di realizzazione . In ogni suo aspetto, in ogni sua manifestazione, l’uomo è Dio nella forma più alta. Se l’uomo è Dio, il suo compito è quindi di convincersene, di assumerne i poteri e le responsabilità. Ecco, forse tenendo presenti queste concezioni si può arrivare a capire quale sia lo spirito con cui uno yogi si accinge a raggiungere gradi sempre più alti di conoscenza, di potere sul proprio corpo. Insomma lo yoga, inteso alla maniera orientale è essenzialmente una pratica mistica, i cui scopi oltrepassano il beneficio fisico che si ha praticando questa disciplina.
Lo Yoga per gli occidentali
Per gli occidentali invece, lo scopo dello yoga è più limitato: ci si ferma per così dire, a metà strada. Lo yoga viene infatti inteso come una disciplina dello spirito e del corpo che mira a salvaguardare la salute, a difendere dalle malattie, a prolungare la giovinezza e contemporaneamente a dare fiducia in se stessi, equilibrio mentale, serenità, ottimismo.
Insomma, a raggiungere una perfetta armonia fisica e psichica.
D’altra parte, essendo lo yoga una disciplina che comprende pratiche di igiene psicofisica anche a scopo mistico, è chiaro che praticandola ci si rende padroni del proprio corpo.
Con l’esercizio yoga tutti possono sottomettere alla propria volontà il sistema neurovegetativo e attraverso questo tutti gli organi che di solito consideriamo indipendenti dalla nostra volontà. Ne derivano grandi benefici, come quello di impedire ogni funzione irregolare e preservare l’organismo dalle malattie derivanti dalle irregolarità funzionali.
Si può arrivare a disciplinare, ad esempio la funzione del cuore, inducendolo a spingere più o meno rapidamente il sangue in ogni parte del corpo e impedendo che una causa esterna ( uno spavento , una cattiva notizia , una grande gioia) determini collassi o crisi di palpitazione; si può influire sulla digestione e sulla secrezione di varie ghiandole.
Le basi filosofiche
Lo yoga, prima di essere una medicina, è quindi una filosofia. Nata e sviluppatasi, come detto, in India, conserva tutt’oggi un posto importante nella vita medica, sociale e religiosa di questo grande paese, nel quale, come accade in Cina, sarebbe inconcepibile scindere il “sacro” dal “profano”. Come per i cinesi cosi per gli indiani, non esiste una scissione tra medicina e filosofia, appartenendo entrambe alla vita culturale dell’individuo.
Lo Hata Yoga
Esistono varie forme di Yoga. Ma qui verrà presa in considerazione soprattutto lo Hata Yoga , che, essendo quasi del tutto fondata su quelli che potremmo definire gli aspetti psicosomatici dell’intera dottrina , è molto vicina a noi occidentali e soprattutto aderente a quello che è lo spirito di questa divulgazione.
Hata Yoga è un sistema psicofisico basato sulle concezioni fisiologiche dell’antica civiltà indiana , che permette di trarre dal corpo umano le migliori prestazioni (tra cui longevità) al fine di potersi dedicare efficacemente alla ricerca spirituale.
Lo Hata Yoga comprende da un punto di vista tecnico , gli asana (posizioni del corpo)e gli esercizi del Pranayama (respirazione ed allenamento della mente per il controllo del prana). Inoltre chi pratica questa disciplina si deve attenere ad uno stretto regime alimentare, a determinati costumi igienici e avrà a disposizione una serie di cure empiriche collaudate nei secoli per la cura del corpo.
Praticare gli esercizi di Hata Yoga intendendoli solo come una disciplina fisica, è utile e anche un pò noioso. Vi propongo solo alcuni degli esercizi adatti a svolgere contemporaneamente un’attività spirituale oltre che fisica. Affinchè il tempo utilizzato giovi sia al corpo che allo spirito.
Tecnica e posizioni dello Hata Yoga
Non bisogna dimenticare che anche lo yoga ha le sue controindicazioni, è quindi bene fare attenzione e vedere quali sono a seconda della posizione che si vuole effettuare, ma generalmente chi ha gravi disturbi di pressione, e disagi seri alla schiena, come l’ernia del disco, deve astenersi dal praticare lo yoga o farsi consigliare da una guida esperta. Inoltre anche per le donne in gravidanza ci sono delle controindicazioni che normalmente impediscono alle future mamme di poter praticare le posizioni base dello yoga.
La pratica comprende tre diversi aspetti che si completano:
- la coscienza o dominio della mente, che si ottiene mediante una meditazione
- il controllo della respirazione( Pranayama ) che regolarizza le funzioni psichiche
- le asana, o posizioni del corpo che assicurano un funzionamento regolare dei tessuti del corpo, eliminazione delle scorie e un perfetto equilibrio nervoso.
Baddha Kònasana: la farfalla
E’ una posizione comune e accessibile a tutti che riguarda soprattutto le vostre anche. Per chi, invece, è un po’ più rigido può essere un asana complesso. Cercate di mantenere la schiena dritta senza sovraccaricare i muscoli lombari.
Uttanasana
E’ il piegamento in avanti da in piedi. Anche in questo caso la regola è pancia alle cosce. Se le mani non toccano la punta dei piedi, evitate di affaticare i lombari e flettete le ginocchia. Col tempo anche la catena cinetica posteriore diventerà più flessibile e potrete piegarvi a portafoglio.
Chaturanga: il bastone
Yoga è anche potenza e questa è una di quelle posizioni che lo dimostrano. Gomiti stretti, un bel sorriso e chaturanga. Restate dritti come i bastoni, senza toccare terra, ma facendo attenzione a mantenere il bacino non troppo in alto.
Articolo scritto da: Anna Costantini Naturopata